FIGHT OF GODS, ANCHE LE DIVINITÀ SANNO MENARE! – RECENSIONE

Io ho visto picchiaduro che voi umani non potreste immaginare. Oltre a dimostrare che ho una serie dipendenza da Blade Runner in questo periodo (acuita dal seguito), questa simpatica e originalissima frase vi può lasciar intendere che nella mia vita di videogiocatore ho preso cazzotti per anni, dai primissimi Street Fighter in poi. Potete quindi capire come mi sia approcciato al nuovo arrivato del genere, un titolo che già dal nome lascia poco spazio a dubbi: Fight of Gods.

Se c’è un argomento che mai come oggi mette tutti sul chi va là è la religione, e non serve dire il perché. La fede è l’argomento politically correct per eccellenza, scherzarci o ironizzarci sopra attira ire trasversali che nemmeno vi immaginate. Eppure Pqube Limited ha deciso di pubblicare la malsana idea partorita dalle menti di Digital Crafter
Siamo onesti, Fight of Gods ha un minimo fascino per l’idea di vedere divinità varie menarsi come dei tamburi, ma oltre a questo primo senso di eretica attrazione, il gioco viene a noia già al secondo round. Il pantheon disponibile non manca di varietà, tra dei e dee, con la prevedibile esclusione di Allah e Maometto, onde evitare di suscitare problematiche serie. In compenso abbiamo Cristo che mena senza ritengo usando due pezzi della croce come fossero guantoni da boxe. Divertente per due secondi, ma alla lunga anche questo dettaglio dissacrante non salva il videogioco da una valutazione più tecnica

Nonostante sia stato dato grande risalto alla disfida Gesù contro Budda, ottima mossa di marketing che ha consentito al titolo di ottenere una certa fama, i personaggi giocabili di Fight of Gods sono molti di più. Per ora ce ne sono dieci, tutti con le loro caratteristiche e le loro tecniche speciali, comprese delle super particolarmente potenti che si possono eseguire quando si sono riempite due barre posizionate nella parte bassa dello schermo.

Come già detto, tutti personaggi del roster appartengono alla mitologia o a qualche religione. Quelli selezionabili sono i già citati Gesù, Budda, Zeus, Amaterasu, ma anche Atena, la dea norrena Sif, il dio egiziano Anubi, Mosè, il generale cinese Guan Gong e Odino. Le modalità di gioco sono invece tre, se non consideriamo una piccola enciclopedia con le biografie dei personaggi: la classica modalità arcade, in cui bisogna affrontare in sequenza gli altri combattenti, la classica modalità versus, in cui si combatte contro un singolo avversario umano (solo in locale) e la classica modalità di allenamento, di cui vi lasciamo indovinare i contenuti. Siamo davvero alle basi del genere, ma non è un grosso problema visto il prezzo davvero irrisorio del gioco. Lo stesso si può dire del lato tecnico, molto povero ma dignitoso dato il livello produttivo. Gli scenari in particolare sono un po’ spogli e peccano nei dettagli, ma i personaggi sono passabili, nonostante siano caratterizzati in modo banalotto.

Abbiamo provato Fight of Gods, purtroppo
Le animazioni sono passabili: alcune sono divertenti, come Gesù che spezza le braccia della croce prima di iniziare a combattere, mentre altre sono spettacolari, come quella della super di Budda. Ce ne sono anche di bruttine, ma finché non diventano compromettenti per il gameplay, ci si fa poco caso. La situazione si complica quando si inizia a esaminare il gioco vero e proprio.

Anche sul piano della costruzione delle arene di gioco siamo messi mali. Fondali privi di spessore, che in un picchiaduro 3D (anche se le dinamiche lo accorpano più ad un 2D) sono un pugno nell’occhio. Innegabile un grosso problema di adattamento dello sfondo all’area di gioco, con una totale assenza delle proporzioni, con le grandezze dei vari elementi (naturali e architettonici) scalati malamente, come nelle peggiori elaborazioni grafiche.

A farne il prezzo è la giocabilità, lo stimolo a provare il titolo. I primi incontri possono essere minimamente divertenti se scegliamo diversi personaggi a rotazione, senza aspettarci troppo e limitandoci a ridere di colpi speciali che ironizzano sui ‘poteri’ tipici di ogni divinità (Anubi ad esempio evoca dal terreno mummie!), ma dopo avere provato i più intriganti numi, del gioco non rimane più nulla.

Qualcuno potrebbe essere attratto dalla provocazione da chierichetto frustrato di far combattere tra loro delle figure mitologiche e religiose…
DUBBI
Peccato che il resto del gioco provochi solo delle brutte reazioni fisiologiche
Le collisioni andrebbero completamente riviste, così come l’intelligenza artificiale

VOTO: